JazzMI: ovvero le MI..lle facce del jazz!

La prima edizione di JAZZMI era partita l’anno scorso come una scommessa ambiziosa: rappresentare la storia e l’attualità di una musica complessa e in continua evoluzione come il Jazz, invitandone a Milano i protagonisti in un nuovo e grande festival diffuso nella città.

La scommessa è stata vinta, grazie alla partecipazione entusiasta del pubblico che ha riempito teatri, club, sale da concerto, gallerie d’arte e ognuno dei numerosissimi spazi del festival.

Anche la soddisfazione espressa dalle istituzioni, dagli sponsor, dagli operatori, dagli enti coinvolti a vario titolo nella manifestazione, come pure gli attestati ricevuti dagli artisti di fama mondiale presenti nel programma, ha confermato che la strada era quella giusta. Una strada che è appena agli inizi: JAZZMI è un progetto che vuole continuare a crescere e a espandersi nel territorio, dal centro alle periferie.

Questa seconda edizione di JAZZMI offre un programma ricchissimo, ancora più variegato e differenziato nelle proposte. Ci sono musicisti-icona, capiscuola, star indiscusse della storia del Jazz e nuove proposte, artisti emergenti, sperimentatori di nuovi linguaggi.

JAZZMI vuole dare conto di quanto di significativo sta accedendo oggi, in Italia e nel mondo, sotto il dinamico cielo del Jazz, le sue affinità e le sue collisioni con altre musiche e altre forme, le sue infinite influenze e diramazioni.

Ci sono ancora film e documentari inediti, mostre fotografiche, incontri e masterclass con i musicisti, reading, laboratori, residenze e feste di quartiere.

Per JAZZMI sono centrali anche le periferie.

Da sottolineare quest’anno è la presenza di importanti produzioni originali, e il coinvolgimento dei bambini in vari progetti ludici e educativi.

JAZZMI continua a collaborare con le realtà cittadine che si occupano di Jazz tutto l’anno, in una rete di sinergie che rende possibile questi 11 giorni di grande festa del Jazz.

JAZZMI ideato e prodotto da Triennale Teatro dell’Arte e Ponderosa Music & Art, in collaborazione con Blue Note Milano, è realizzato grazie al Comune di Milano, Assessorato alla Cultura, con il sostegno del Ministero dei Beni e delle Attività culturali e del Turismo, main partner INTESA SANPAOLO, partner FLYING BLUE e HAMILTON, sotto la direzione artistica di Luciano Linzi e Titti Santini.

I punti nevralgici dei concerti come lo scorso anno sono Triennale Teatro dell’Arte e il Blue Note. Il Teatro dell’Arte torna a proporsi come luogo dell’incontro creativo tra performing arts – teatro e musica. Uno spazio per le nuove espressioni artistiche, per elaborare nuovi format di relazione tra artisti e pubblico e per sperimentare le nuove alchimie creative della contemporaneità.

Il Blue Note, Jazz club e ristorante aperto dal 2003 parte del network internazionale, è una delle realtà di punta nel panorama jazz mondiale. Nella sua sede di via Borsieri nel quartiere Isola, propone circa 300 spettacoli l’anno, che rappresentano al meglio la varietà e le contaminazioni del Jazz contemporaneo. L’atmosfera tipica del Jazz club ed il contatto ravvicinato con i musicisti completano l’esperienza, rendendo ogni serata al Blue Note un evento unico ed irripetibile.

Triennale Teatro dell’Arte ospiterà una fitta programmazione di concerti, tra gli altri: Lee Konitz, Andrea Motis e Gabriel Royal, Gaetano Liguori IDEA trio (Guest Pasquale Liguori), Shabaka & The Ancestors, Naturally 7, Nels Cline Lovers, Donny McCaslin, Rob Mazurek & Jeff Parker, Ghost Horse, Bill Frisell, Guano Padano, Gavino Murgia, Xamvolo, Gianluca Petrella, Ben L’Oncle Soul con il suo tributo a Sinatra, Mauro Ottolini, Makaya Mc Kraven, Franco D’Andrea, Harold Lopez Nussa e Francesco Bearzatti Tinissima Quartet, oltre a una mostra di fotografie di Pino Ninfa con le improvvisazioni al pianoforte di Enrico Pieranunzi.

La programmazione del Blue Note, prevede i live di: Stacey Kent, Al Di Meola, Mike Stern & Dave Weckl Band, Joe Lovano Classic Quartet, Maria Gadù e Kneebody.

Due grandi firme del panorama Jazz italiano, Stefano Bollani e Paolo Fresu, rispettivamente con due progetti particolari danno lustro alla seconda edizione di JAZZMI: il primo con una serata inedita interamente dedicata a Milano, sua città natale all’Auditorium La Verdi, il secondo accompagnato da Daniele Di Bonaventura, ospitato alla Pirelli HangarBicocca con “Altissima Luce”, un concerto dedicato al Laudario di Cortona, la più antica collezione di musica italiana, per la prima volta a Milano.

Anche per la seconda edizione JAZZMI arriverà in tutta la città, con concerti in importanti sedi come Santeria Social Club, Base Milano, Spirit De Milan e Alcatraz.

Il Teatro dal Verme vedrà esibirsi il pianista Brad Mehldau con Chris Thile, esponente della musica roots americana. Il Conservatorio aprirà le sue porte per il concerto del pianista canadese Chilly Gonzales & Kaiser Quartett che tanto successo ha riscosso in occasione della sua esibizione a Piano City 2017 e al sassofonista Jan Garbarek, in duetto con il versatile percussionista Trilok Gurtu. All’Alcatraz sono attesi i De La Soul, capostipiti del movimento Hip Hop e della Black Music moderna, oltre a Laura Mvula (in collaborazione con Radio Monte Carlo), nuova regina dell’R’n’B e del Soul contemporaneo e Mulatu Astatke con il suo ensemble africano.

Ancora tanti luoghi in programma per i concerti. La Santeria Social Club ospiterà il 3  Novembre il concerto della colorita Sun Ra Arkestra diretta da Marshall Allen e il 7 novembre il magico duo inglese Binker & Moses. Allo Spirit de Milan i nostrani Chicago Stompers con l’indimenticabile Lino Patruno, al Masada il trio Thumbscrew in cui milita Mary Halvarson appena insignita di un Grammy. A Il Mare Culturale Urbano il live della pianista francese Eve Risser, BASE Milano con la festa swing degli Electric Swing Circus e l’eclettico ensemble Abraham Inc. con David Krakauer, Fred Wesley & SoCALLED.

Jazzdo.it

JAZZDO.IT è il nuovo progetto del festival realizzato con il contributo di SIAE – Società Italiana degli Autori ed Editori. Un progetto unico in Italia, rivolto a tutti i componenti della filiera del Jazz quali artisti, etichette discografiche, festival, editori, media, operatori, associazioni, professionisti, studiosi e appassionati.

Ci saranno convegni, showcase, conferenze, incontri e masterclass con artisti e operatori del settore, tutti dedicati all’approfondimento dei temi e delle istanze del Jazz, dalla produzione discografica al live, dalla didattica all’export. L’intento è quello di creare un ambiente comune di alto profilo internazionale dove le associazioni di categoria, gli operatori e le istituzioni possano ritrovarsi, dialogare e insieme elaborare progetti per la diffusione del Jazz italiano all’estero, dando vita a collaborazioni e partnership internazionali, sull’esempio dei più virtuosi modelli europei, che saranno presenti.

Crediamo che anche questo sia uno dei compiti ineludibili di un grande festival Jazz contemporaneo proiettato al futuro, quale JAZZMI aspira a essere.

Il cuore di JAZZDO.IT si svilupperà da venerdì 10 a domenica 12 novembre nella cornice di Triennale Teatro Dell’Arte, ma durante tutto JAZZMI diversi saranno i momenti di approfondimento dedicati ai professionisti e agli amanti del Jazz.

Danilo Gallo e Marco Colonna: l’improvvisazione sensoriale

Foto di Paolo De Francesco

Blutopia store
Venerdì 6 ottobre, ore 20

Danilo Gallo, basso elettrico ed effetti
Marco Colonna, clarinetti e sassofono

In questo blog abbiamo sempre avuto l’abitudine di svicolare ogni tanto dai canali tradizionali per andare a curiosare in spazi “alternativi” dove spesso avvengono incontri musicali atipici, fuori dagli schemi, anche da parte di musicisti già affermati che abbiamo già ascoltato in situazioni o luoghi più istituzionali, pur nella loro indiscussa carica creativa innovativa.
Capita così che vengo a sapere che al Blutopia, piccolo negozio di vinili, cd e anche libri musicali al Pigneto, quartiere multietnico, culturalmente fervido e “giovane” di Roma, ad un orario insolito per la musica, le 20, suoneranno Danilo Gallo, bassista e contrabbassista e Marco Colonna, clarinettista: entrambi compositori, entrambi sperimentatori, entrambi jazzisti, soprattutto nel senso di improvvisatori.
E così decido di andare.
Il Blutopia è uno di quei negozietti eroici, preziosi, a di fuori dei circuiti soliti, che è bello che esistano, in quartieri così vivaci, e che non esitano ad aprirsi alla musica creando minuscoli spazi scenici estremamente suggestivi per piccole compagini di artisti: in questo caso un duo.
Improvvisazione pura, per un’ora abbondante di musica.
Le improvvisazioni non sono tutte uguali, ve ne sono innumerevoli tipi. Proprio in quanto improvvisazioni, si dirà, questo è ovvio. Alcune agiscono su strutture rigide predeterminate e da quelle partono per arrivare alla fase creativa vera e propria. Altre insistono sul virtuosismo dei componenti del gruppo. Altre su un dialogo serrato tra i musicisti che si scambiano e si alternano negli assoli. Non se ne può esaurire in un articolo l’infinita varietà. Né mi interessa stilare la storia dell’improvvisazione nel Jazz di cui sono pieni saggi e manuali.
Di certo c’è un tipo di improvvisazione che definirei quasi “sensoriale”, sì lo so il termine è improprio probabilmente, che mira a costruire estemporaneamente atmosfere evocative. Gli stessi musicisti diventano quasi dei sognatori, e si divincolano da ogni schema per avviare una ricerca profondamente emotiva di un suono “altro”, di un percorso completamente avulso da qualsiasi paletto rigidamente predisposto.
Nel piccolo negozio, tramutatosi in spazio scenico fuori dal tempo, Danilo Gallo e Marco Colonna hanno scelto questo tipo di performance: un flusso pressoché continuo di suono. Un suggestivo susseguirsi di svolte improvvise guidate dal basso di Danilo Gallo, magari con ostinati moltiplicati dai pedali, che diventano feconda base creativa, o anche dalle note inaspettate del registro alto del sax baritono di Marco Colonna, che interagisce con gli arpeggi morbidi del basso che gli fanno da scenario.


Un succedersi irresistibile di suggestioni, in cui anche gli improvvisi silenzi diventano suono: non lo interrompono, piuttosto ne amplificano il successivo materializzarsi con le note lunghe, e ricche di preziose dinamiche, del clarinetto.
Ad un certo punto può capitare di ascoltare i rintocchi di un pendolo. Ma anche il magma denso, ribollente del basso che fa quasi tremare, e che tramuta chi ascolta in cassa di risonanza. E su quel magma di cui tu stesso stai risuonando, si stagliano e si imprimono le circonvoluzioni del clarinetto.
Frasi spezzate inducono a risposte spezzate che però accelerano e si fondono progressivamente una all’altra diventando linee continue. Uno spunto ritmico diventa base portante di tutt’altro. Ogni episodio è preludio del prossimo episodio ed epilogo del precedente.
Non esiste un ambito tonale definito, non esistono rassicuranti progressioni di accordi già note su cui appoggiarsi. Eppure l’atmosfera non è ostica né ardua o respingente: è tutto casomai molto avvolgente.
Una linea di basso reiterata non la si percepisce come ripetitiva, perché provoca una tensione pulsante. Un plettro sfregato nella porzione estrema delle corde diventa un suono di campanelli quasi magico, prima di approdare in lande placide, laghi sonori, in cui lo strumento a fiato produce un suono naturale, al di là della musica.


Danilo Gallo e Marco Colonna hanno inventato, concepito, suonato per un’ora e forse di più onde in tempesta alternate ad un dondolio ipnotico di armonie e timbri inusuali, frutto di una ricerca continua ma spontanea, immediata. Niente di strategico o di preventivato: eppure all’ascolto tutto appare come se non ci fossero altre possibilità di risoluzione, tanto tutto si percepisce come inusuale, di certo, ma molto, molto vicino alla perfezione.

Andate in giro. Sia negli Auditorium, che nei Jazz Club prestigiosi, che nei piccoli spazi scenici inaspettati come il Bluetopia. La bella musica, di ogni tipo,  si può annidare ovunque.

Fresu – Di Bonaventura- Ensemble Mare Balticum. “Archaeo Hits”

Un fotoreportage bellissimo realizzato per noi da Adriano Bellucci la sera del concerto all’Auditorium Parco della Musica di Roma il 3 ottobre.

Al pari del progetto europeo a cui è collegato e alla mostra ArchaeoMusica che approda ad ottobre Parco regionale dell’Appia antica, di cui inaugura idealmente l’allestimento romano, il concerto Archaeo Hits strappa al silenzio che sembrava averle inghiottite per sempre alcune delle musiche più antiche che si possano immaginare, “ricostruendole” anche mediante la libertà espressiva e le prassi improvvisative del jazz. Un viaggio molto indietro e (anche) avanti nel tempo – in un certo senso, oltre il tempo – che conduce a orizzonti sonori non sempre contemplati dalla storia della musica ufficiale né pienamente indagati dall’archeologia classica. Un modo inedito, ispirato e informato, di interpretare i primi metodi di notazione musicale di cui si ha certezza, adottati nella Grecia classica e successivamente dai Romani, di far risuonare le canzoni delle saghe tradizionali scandinave risalenti alla Viking Age insieme alle prime laude italiane, ripescate da preziosi manoscritti pre-rinascimentali con lo spirito di rigore e avventura che ha sempre guidato sui rispettivi sentieri artistici Paolo Fresu, Daniele di Bonaventura e i virtuosi svedesi dell’Ensemble Mare Balticum.

Come sapete qui a “A proposito di Jazz” siamo fermamente convinti che la musica si possa anche immaginarla ed ascoltarla guardandola. Ecco questo suggestivo concerto in 15 scatti per voi.

ARCHAEO HITS
Paolo Fresu tromba, flicorno
Daniele di Bonaventura bandoneon
Aino Lund Lavoipierre voce, percussioni
Ute Goedecke voce, arpa medievale, recorder
Per Mattsson strumenti ad arco medievali
Stefan Wikström sackbut, percussion

 

Motel Kaijū , concerti di Novembre e Dicembre 2017

Kaijū è un termine giapponese che può essere tradotto come “strana bestia” e nella iconografia cinematografica identifica i mostri giganteschi come ad esempio Godzilla.
Motel Kaijū esprime il desiderio di dare spazio vitale alla naturale stranezza con la quale tutti noi, prima o poi, ci confrontiamo. Spaziando dal jazz elettrico al meraviglioso progressive italiano, con omaggi al suono dei sintetizzatori vintage, questo nuovo quartetto ideato da Niccolò Faraci prepara l’uscita del primo album con una serie di concerti, tra i quali la presenza al festival JazzMI.

Niccolò Faraci _ basso elettrico
Lorenzo Blardone _ sintetizzatori digitali
Alberto Mancini _ piano elettrico e moog
Andrea Bruzzone _ batteria (altro…)

A Napoli, Palazzo San Teodoro, la prossima presentazione di “Gente di Jazz” di Gerlando Gatto (ed. KappaVu/Euritmica)

Seconda ristampa per il libro “Gente di Jazz” – interviste e personaggi dentro un festival jazz – (edizioni KappaVu/Euritmica, 2017), scritto dal nostro direttore Gerlando Gatto. Il volume, che contiene la prefazione di Paolo Fresu, notissimo trombettista sardo, la postfazione del filosofo e intellettuale Fabio Turchini e le immagini del fotografo di spettacolo Luca d’Agostino, arriva dunque a Napoli, dopo l’anteprima al Salone Internazionale del Libro di Torino e la recente e molto partecipata presentazione alla Feltrinelli di Roma.

Martedì 24 ottobre, Gente di Jazz e il suo autore saranno nel capoluogo partenopeo, nelle sale di Palazzo San Teodoro, storica dimora che si trova all’inizio della Riviera di Chiaia, la zona residenziale a ridosso del lungomare (Riviera di Chiaia 281. I posti sono limitati e gli ingressi su invito con lista nominale. Per gli accrediti stampa e gli inviti contattare l’Ufficio Stampa dell’evento +39 339 4510118 o inviare una mail a stampa@euritmica.it.

L’autore dialogherà con il filosofo napoletano, giornalista ed esperto di jazz Marco Restucci (che ha di recente pubblicato un libro dal titolo “Dioniso a New Orleans. Nietzsche e il tragico nel jazz”, Albo Versorio), con Giancarlo Velliscig, direttore artistico di Udin&Jazz e con il chitarrista Antonio Onorato, presente con un’intervista in Gente di Jazz. Antonio, artista di fama internazionale – da pochi giorni è uscito il suo ultimo progetto discografico “Vesuvio Blues” (Blumusic International) – porterà il suo contributo all’evento anche attraverso alcuni interventi musicali… rigorosamente improvvisati, come nella miglior tradizione del jazz!

“Gente di Jazz” raccoglie una serie di dialoghi tra Gerlando Gatto e un gruppo di musicisti che, in epoche anche molto diverse, hanno partecipato al Festival udinese, che conta già ben 27 edizioni.  In ordine strettamente casuale, gli artisti presenti sono: Stefano Bollani, Michel Petrucciani, McCoy Tyner, Danilo Rea, Enrico Pierannunzi, Gonzalo Rubalcaba, Francesco Bearzatti, Giancarlo Schiaffini, Enrico Rava, Claudio Cojaniz, Enzo Favata, Antonio Onorato, Cedar Walton, Joe Zawinul, Franco D’Andrea, Roberto Gatto, Massimo De Mattia, Rosario Bonaccorso, Stefano Battaglia, Mino Cinelu, Claudio Fasoli, Paolo Fresu, Maurizio Giammarco, Martial Solal, Dario Carnovale.

Gerlando Gatto descrive così la sua opera, raccontando anche un recente aneddoto: “il libro contiene parte delle fatiche che ho dedicato alla musica nel corso di questi 40 anni. In particolare mi è sempre piaciuto intervistare, e non solo personaggi famosi ma anche giovani talentuosi cercando di far emergere attraverso le loro risposte non tanto l’artista quanto l’uomo, la donna, il ragazzo, il fanciullo che si nasconde dietro il personaggio pubblico. Inoltre nel poco tempo di un’intervista ho cercato comunque di instaurare un dialogo che andasse un pochino al di là del semplice rapporto tra domanda e risposta e devo dire che in alcuni casi ci sono riuscito.  A riguardo voglio raccontarvi un episodio accaduto poco tempo fa. Siamo in estate, e alla Casa del Jazz di Roma suonano in concerto Rita Marcotulli e Mino Cinelu, che è uno dei più grandi percussionisti del jazz e la cui foto figura nella copertina del libro. Decido di andare a sentire il concerto e strada facendo parliamo con mia moglie di Mino, che avevo intervistato in Martinica nel lontano ’92 senza più rivederlo. Il dilemma era: dopo tutti questi anni di lontananza, mi avrebbe riconosciuto oppure no? Mia moglie diceva di no, mentre io sostenevo il contrario, dato che in Martinica avevamo trascorso belle giornate assieme. Arriviamo alla Casa del Jazz proprio alla fine del soundcheck. Io salgo sul palco per salutare Mino che si trova esattamente nella parte opposta. Lui alza la testa e appena mi vede mi dice semplicemente: “Quanto tempo!”. Poi si avvicina, mi abbraccia e cominciamo a parlare come se ci fossimo visti ieri. È stato bellissimo, commovente.”

In Gente di Jazz  le personalità dei musicisti emergono, quindi, sul piano artistico ma specialmente su quello umano, facendo affiorare tutta la bellezza, la genialità, il valore, anche sociale, di questo genere musicale.

Il volume è disponibile in tutte le librerie, online sul sito della casa editrice Kappavu http://shop.kappavu.it/, sui siti di Feltrinelli, Mondadori, Amazon, Unilibro, Hoepli. Al termine della presentazione è previsto il tradizionale firma copie.