Il Jazz ai tempi del Coronavirus le nostre interviste: Marilena Paradisi, vocalist
Marilena Paradisi, vocalist, intervista raccolta da Gerlando Gatto
-Come sta vivendo queste giornate
“Sto cercando di vivere in modo positivo questo periodo di quarantena, a casa, ovviamente, come tutti. Confesso all’inizio è stata molto dura un senso di smarrimento, di oppressione, la conta delle vittime giornaliera che ancora non finisce, il sentirsi confusi su informazioni non sempre chiare dei media. Umore alterno. Ma dobbiamo andarci fino in fondo. Difficile pronunciarsi adesso. Dobbiamo solo resistere”.
-Tutto ciò come ha influito sul suo lavoro?
“Penso come a tutti quanti, una vera tragedia, i pochi concerti faticosamente racimolati annullati, o raramente riprogrammati. Progetti parcheggiati. Scuole di musica chiuse, qualche allievo affezionato in lezioni online, ma insomma direi ci avviciniamo allo zero totale”.
-Pensa che nel prossimo futuro sarà lo stesso?
“Che dire? Adesso la priorità è uscire da questo tunnel, dopo? Si prevede una tale crisi economica, che non oso pensare. E l’effetto di questo allontanamento sociale? Quanto ci vorrà per poter andare a un concerto rilassati? Con la mascherina? O la musica si farà solo con appuntamenti online? Non esisterà più un’audience? Si spenderanno soldi per la musica? Era già difficile prima, ora sono molto preoccupata, aspettiamo e vedremo”.
-Come riesce a sbarcare il lunario?
“Come dicevo, lo zero è molto vicino, i soldi finiscono se non si lavora! Ma mi reputo fortunata, rispetto a chi sta soffrendo, o combattendo in prima linea, o chi ha figli da sfamare, io per me, sopravvivo con poco”.
-Vive da sola o con qualcuno? E quanto ciò risulta importante?
“Vivo da sola per scelta. Diciamo che non amo le convivenze. Non mi pesa la solitudine. Certamente mi manca, come a tutti, quello stare insieme agli altri, rilassato, giocoso, senza remore, la socialità quella bella che ti riempie il cuore, quel movimento sociale, quel fermento di idee, lo scambio, ma ho ricevuto anche tante prove di amicizia vera in questo momento, tanta solidarietà’, da amici da tutto il mondo, che poi ho restituito, rafforzamento di amicizie vere. Per questo penso a questo momento, dopo lo shock iniziale, dal punto di vista umano, a qualcosa di interessante”.
– Pensa che questo momento di forzato isolamento ci indurrà a considerare i rapporti umani e professionali sotto una luce diversa?
“Indubbiamente si, cambierà tutto. Sembra che tutti bene o male, tranne qualche eccezione, cerchino di fare il meglio, almeno adesso, e questo sarà una ricchezza umana, che ci ritroveremo dopo, spero”.
-Crede che la musica possa dare la forza per superare questo terribile momento?
“Personalmente sì, io non potrei vivere senza, ma in generale, ora ci sono delle priorità talmente gravi, che, ho paura, la musica, già in grande crisi, sarà messa ancora più da parte. Oppure no, gli italiani liberati affolleranno i jazz club, saranno affamati di musica, arte e bellezza, e sarà un boom e la musica rinascerà!! ( sogno….)
-Se non la musica a cosa ci si può affidare?
“Musica, arte, poesia, letture, belle telefonate, finirà! Non è per sempre, me lo ripeto tutti i risvegli, dobbiamo resistere ancora un po’, ma finirà. Il dopo non riesco ad immaginarlo, lo confesso, posso solo sperare. Non abbiamo mai vissuto niente del genere prima”.
-Quanto c’è di inutile retorica in questi continui richiami all’unità?
“Sì sono d’accordo, forse un po’, ma ce la racconteremo quando sarà finita l’emergenza. Ora sembra servire a superare questo momento”.
-E’ soddisfatta di come si stanno muovendo i vari organismi di rappresentanza?
“Se intende il governo, non mi pronuncio, il momento è difficile e prematuro fare una qualsiasi analisi o fare qualsiasi polemica. Cerchiamo di resistere in questo lock down, rispettiamo le regole, e ne usciremo prima”.
-Se avesse la possibilità di essere ricevuta dal Governo, cosa chiederebbe?
“Questo sì, ricordarsi che siamo uno stato laico, di restituire tutto il denaro che hanno rubato e non investito nella sanità pubblica, far pagare l’ICI alla chiesa, i problemi si risolverebbero”.
-Ha qualche particolare suggerimento di ascolto per chi ci legge in questo momento?
“Non saprei, non mi sento molto creativa, ma un suggerimento ce l’ho, riascoltatevi ‘Kind of Blue’ di Miles Davis, pura bellezza! E se posso, vorrei segnalare questa importante raccolta firme, #velesuoniamo, petizione a sostegno dei lavoratori dello spettacolo, indetta dal MIDJ. Ecco il link: https://lnkd.in/eam8bDQ