Buone vacanze e Jazz Summer a tutti!

music sunset

Anche quest’anno siamo giunti alla fine della stagione. Agosto si avvicina ed anche noi di A Proposito di Jazz ce ne andiamo un mesetto in vacanza. Auguriamo a tutti voi lettori una vera Jazz Summer e ci auguriamo di rivedervi sempre più numerosi a settembre! Nel frattempo vi invitiamo come sempre a condividere il nostro blog attraverso i Social Network e ad iscrivervi con il modulo che trovate nella colonna di destra.

         

Buone vacanze a chi parte e buona ripresa a torna!

Keith Jarrett Trio a Roma

keith jarrett trioGli organizzatori sono stati con il fiato sospeso sino all’ultimo. A pochi minuti dall’inizio del concerto la Sala Santa Cecilia era in gran parte vuota. L’orario del concerto, fissato per le 19:00, assolutamente inusuale ma necessario per permettere a Jarrett di partire secondo i suoi piani, faceva temere che gran parte del pubblico convergesse sull’Auditorium alle 21:00, ora di normale inizio dei concerti. In perfetto stile romano, invece, a ridosso dell’orario fissato per l’inizio dello spettacolo, gli spettatori sono arrivati in massa, occupando la platea della Sala Santa Cecilia in ogni ordine di posti.

Con puntualità svizzera, sul palco appaiono Keith Jarrett, camicia rosso fuoco e pantaloni grigi, Gary Peakock e Jack DeJohnette e il concerto, articolato in due set con un intervallo di venticinque minuti, ha inizio. E’ All Of Me ad aprire la serata. Jarrett ne maschera il tema, opera tutta una serie di variazioni prima sui registri medi prima di lasciare spazio a Peacock per un assolo di contrabbasso. Al termine Jarrett continua a improvvisare e di tanto in tanto duetta con i “break” di DeJohnette. Sarà questo lo schema tipico che verrà portato avanti per tutto il concerto, senza quasi nessuna eccezione. Summertime, il cui tema strappa subito l’applauso della platea, viene eseguito a tempo medio. Jarrett gioca con il tema, frazionandolo e riproponendolo spesso, evitando di snaturarne la melodicità. Ma è con il terzo brano, una splendida ballad, che il pianista riesce a far scaldare il pubblico.

Marco Giorgi
www.red-ki.com

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Anche quest’anno Fano Jazz centra gli obiettivi

Dee Dee Bridgewater (Amanera Photo)

Dee Dee Bridgewater (Amanera Photo)

Anche quest’ anno “Fano Jazz by the Sea” ce l’ ha fatta, nonostante gli scarsi finanziamenti, la crisi, il periodo certamente poco favorevole per la cultura in tutti i settori.  D’ altronde quello di Fano è un Festival oramai divenuto appuntamento irrinunciabile per moltissimi appassionati di Jazz (quella di quest’ anno è la XX edizione) e sarebbe stata molto visibile la sua scomparsa nei meandri della crisi economica.

Un programma ricco e variegato, per tutti i gusti e per vari tipi di jazz, location suggestive.  La nostra inviata Daniela Floris ha assistito ai due concerti in programma alla Corte Malatestiana mercoledì 25 e giovedì 26 luglio: Dee Dee Bridgewater con il suo quartetto e il trombettista Paolo Fresu in duo con il pianista Omar Sosa.  Dopo il salto il resoconto.

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Dee Dee Bridgewater convince… ma non del tutto

Dee Dee Bridgewater

Dee Dee Bridgewater

D.D.Bridgewater con l’album “Eleanor Fagan (1915-1959): to Billie Holiday with Love from Dee Dee Bridgewater” ha vinto nel 2011 il suo nono Grammy Award ma fin dal 1986-’87 la vocalist interpretò il ruolo della celebre cantante nella commedia “Lady Day”. Sommando la notorietà personale con quella della Holiday è facile spiegare la grande presenza di pubblico al suo concerto del 26 luglio presso il “Casa del Jazz Festival 2012” a Roma.

D.D.Bridgewater, che ha sessantadue anni ma non li dimostra, si è presentata con un’ottima formazione comprendente il polistrumentista Craig Handy (sax tenore, alto, soprano e flauto), il pianista (arrangiatore e direttore artistico) Edsel Gomez, il contrabbassista Stefan Lievestro e il batterista Kenny Phelps. Il gruppo, compatto e dinamico, si muove secondo arrangiamenti cuciti come abiti sartoriali sul “corpo vocale” della Bridgewater ma ha in Gomez e Handy due solisti di vaglia, capaci di andare fuori dagli schemi. Il repertorio è stato accuratamente scelto per consentire alla vocalist di cavalcare generi e stili mettendo in mostra la sua grintosa, vitalistica personalità nonché una tecnica smagliante.

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Jukka Eskola e Ola Kvernberg le due facce del jazz nordico

Jukka Eskola

Jukka Eskola

Come più volte sottolineato, nel periodo estivo il nostro Paese si trasforma in una sorta di mega-arena atta ad ospitare tutta una serie di festival jazz più o meno piccoli, più meno significanti. Tra questi un’attenzione particolare merita “Il ritmo delle città”

manifestazione milanese che si è conclusa il 26 luglio con il concerto della “Artchipel Orchestra” di Ferdinando Faraò.

Tra le tante belle serate offerte dagli organizzatori, vogliamo parlarvi dell’unica cui abbiamo assistito e che si è svolta il 12 luglio. La presenza del vostro cronista era determinata dal particolare interesse del programma incentrato sull’ esibizione di due tra i più significativi gruppi del jazz nordico: il quintetto di Jukka Eskola e il trio di Ola Kvernberg, provenienti rispettivamente dalla Finlandia e dalla Norvegia.

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I nostri CD

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